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lunedì 25 marzo 2013

DANIEL PLESEA RESPONSABILE AGL ROMANIA

Daniel Plesea (cell. 3894730850, e-mail ro_daniel@yahoo.com )è stato nominato responsabile nazionale lavoratori romeni dell'ALEI-AGL. A lui i più grandi auguri di buon lavoro. Visitate il sito dedicato, http://agl-europa.blogspot.it .

venerdì 22 marzo 2013

SABATO 23.3.2013, ORE 17, MILANO, IL SEGRETARIO GENERALE INCONTRA I LAVORATORI FILIPPINI

Domani, sabato 23.3.2013, alle ore 17, presso la sede AGL di Milano,  il Segretario Generale dell'AGL Roberto Fasciani incontrerà i lavoratori e le lavoratrici filippine.

domenica 17 marzo 2013

AUGURIAMO BUON LAVORO AI NUOVI PRESIDENTI DI CAMERA E SENATO. SI IMPEGNINO A FAR APPROVARE CON URGENZA L'AMNISTIA E UNA SANATORIA DI TUTTI GLI STRANIERI IRREGOLARI CON LA CHIUSURA DEI CIE

Finalmente le due Camere neoelette hanno compiuto il loro primo atto. L'elezione dei rispettivi presidenti, due personalità di indiscutibile prestigio: Laura Boldrini (ex Alto Commissario dell'ONU per i rifugiati) e Piero Grasso (ex Procuratore nazionale anti mafia). Ci sono piaciuti i loro discorsi di insediamento nei quali è trasparita l'emozione per avere da oggi la possibilità di portare a un più alto livello istituzionale di impegno gli ideali per cui si sono battuti per una vita. Non è un caso se su queste due personalità si sia formata (per alcuni a sorpresa) una maggioranza (lasciamo perdere, come si è insinuato a posteriori,se ciò sia avvenuto con l'ausilio o meno di qualche franco tiratore, sono particolari se poi tutto è avvenuto a fin di bene).A parole ci hanno fatto capire come sia per loro venuto il momento della “buona” politica e hanno fatto esplicito riferimento al dramma dell'immigrazione clandestina e a quello dell'insostenibile situazione delle carceri. Hanno, come si dice, predicato bene. Sono stati il polo attrattivo di una precisa maggioranza, con un netto orientamento. Bene, esistono alcune questioni, di emergenza ma anche di coscienza, che, come si suol dire, è opportuno che siano risolte non tanto da un governo di parte ma da un'”ampia maggioranza parlamentare”, meglio se trasversale.Ecco: l'amnistia e la sanatoria (con annessa chiusura dei CIE) sono due esempi. Chiediamo, come AGL, che il nuovo Parlamento dimostri subito di essere capace di fare presto e bene ciò che i precedenti non hanno realizzato.

DANIEL PLESEA: “INSIEME PER COSTRUIRE IL FUTURO DI TUTTI”

Saluto tutti i lavoratori del Commercio, del Turismo e dei Servizi della città e della provincia di Milano.
Vorrei presentarmi facendo cenno ad alcune mie importanti esperienze. Pur se relativamente giovane (36 anni) ho una lunga storia di lavoro in molti paesi d'Europa: Belgio, Germania, Francia, Olanda, Ungheria, Bulgaria, Russia, Moldavia, Turchia.
Ho sempre lavorato duramente e solo da poco tempo ho ritenuto fosse il momento di impegnarmi seriamente nel Sindacato. Allo scopo, soprattutto, di poter aiutare e difendere i lavoratori e , cosa più importante, di cercare di cambiare in maniera incisiva il sistema lavorativo e i processi di inserimento al lavoro.
In particolare , poi, non dobbiamo dimenticare che il mondo del lavoro vede ormai una altrettanto importante presenza sia degli uomini che delle donne.
E tutto ciò in una fase di crisi senza precedenti che richiede, ancor più di ieri, la capacità di creare rapporti, collegamenti, sinergie tra tutti gli ambiti produttivi coinvolti.
Ogni parte del mondo del lavoro ha la sua importanza per la nostra crescita economica e per il benessere delle famiglie.
Per questo motivo la mia Federazione cercherà di intervenire con pari forza e incisività in tutti questi settori, nessuno escluso.
Ho intravvisto in quanto fatto fin d'ora dall'AGL proprio questa mia tensione e ciò mi ha convinto ad accettare senza riserve e con entusiasmo la loro proposta che io mi impegnassi con tutto me stesso nell'attività di dirigente sindacale a tempo pieno.
Ho nella mia vita operato nei più vari campi (dal Turismo ai Lapidei) acquisendo numerose specializzazioni professionali . Questa concreta esperienza , indispensabile a mio parere per poter essere un buon sindacalista, sarà senz'altro fondamentale per far crescere il mio gruppo dirigente e la presenza dell'ALCAMS-AGL nelle Aziende. Metterò a disposizione di tutti il mio vissuto.
Mi aspetto di incontrarvi presto di persona e sono a vostra disposizione per affrontare e risolvere insieme ogni problema lavorativo, operando con rispetto per tutti i lavoratori e le Aziende di tutti i rami del nostro settore.

DANIEL PLESEA
Segretario Provinciale di Milano dell'ALCAMS-AGL


NUOVO SEGRETARIO PROVINCIALE DI MILANO DELL'ALCAMS-AGL

E' Daniel Vasile Plesea cui tutta la Confederazione rivolge i migliori auguri di buon lavoro.
Questi i suoi recapiti:cell. 3894730850, e-mail ro_daniel@yahoo.com 
CATEGORIE DI COMPETENZA DELL'ALCAMS-AGL
Terziario, Turismo, Servizi, Agenti immobiliari, Agenti e rappresentanti, Agenzie di lavoro interinale, Grande distribuzione, Cooperative di Consumo, Terziario Avanzato, Alberghi, Mense, Ristorazione collettiva, Imprese di viaggi e turismo, Pubblici esercizi, Stabilimenti balneari, Acconciatura ed estetica, Amministratori di condominio, Dipendenti da istituti per il sostentamento del clero, Lavoro domestico, Colf, Badanti, Farmacie, Imprese di Pulizia, Portieri, Studi professionali, Terme, Vigilanza privata


domenica 10 marzo 2013

SICUREZZA DEI LAVORATORI ITALIANI ALL'ESTERO: OPERATO DI GOVERNO E AZIENDE GRAVEMENTE INSUFFICIENTE

I recenti fatti avvenuti in Nigeria, collegati ad altri avvenimenti, drammi e tragedie, più o meno lontani, ci inducono a soffermarci sul tema della sicurezza degli italiani che si trovano nella necessità di andare a lavorare all'estero, in zone spesso pericolose. Anche se ne veniamo a conoscenza ogni tanto, pensandoci bene, il panorama di queste figure professionali è molto vario. Giornalisti, insegnanti, tecnici, ingegneri, volontari, ecc. Per non parlare dei militari, ma qui la soluzione è più semplice: farli tornare tutti a casa anche se per molti di loro questa è l'occasione di guadagnare ciò che in Italia sarebbe arduo racimolare e quindi di dare una svolta alla vita delle loro famiglie, potendosi comprare una casa o organizzare una attività nella futura vita civile.
Abbiamo notato che l'argomento è molto usato nella polemica politica ciò non dovrebbe far dimenticare le responsabilità delle Aziende private in questa questione. Seppur malandata e con le pezze al sedere, non dimentichiamo infatti che l'Italia è storicamente una tra le ex potenze coloniali, che ciò ha creato risentimento negli anni nei nostri confronti. Inoltre esistono multinazionali italiane che si comportano in certi paesi come le peggiori entità imperialiste e neo coloniali, anche se questo argomento è tra quelli sgradevoli e quindi poco presenti nelle inchieste giornalistiche. Mentre i dirigenti di queste multinazionali sono super protetti, è netta la sensazione che il resto del personale sia mandato allo sbaraglio e periodicamente (mal comune mezzo gaudio?) accade che qualcuno di loro, al pari di colleghi di altri paesi occidentali, finisca nelle grinfie di spietati gruppi terroristici .Stante quanto sopra, sarebbe quindi arrivata l'ora che non tanto noi che abbiamo solo possibilità di denuncia ma soprattutto Parlamento e partiti adottino tutte quelle misure tali da obbligare queste aziende italiane a farsi carico, anche con investimenti privati, della sicurezza dei nostri lavoratori. Meglio prevenire i guai che farneticare poi, quando la frittata è fatta, sull'utilità di blitz e teste di cuoio, che le tragiche esperienze fallimentari realizzate da paesi meglio attrezzati militarmente di noi ci avvertono essere tecnicamente poco fattibili, data il contesto ambientale e la concezione della vita umana propria di quei terroristi. E' giusto dunque che di sicurezza sul lavoro all'estero si cominci a parlare anche in queste occasioni. D'altra parte criticare il governo anche su queste questioni è come sparare sulla croce rossa. Politicamente, all'estero, siamo da anni delle nullità (qualsiasi sia lo schieramento che abbia formato le compagini) e di conseguenza i margini di sicurezza dei nostri connazionali che lavorano all'estero in zone difficili sono ridotte al lumicino. E quando si è tentato qualcosa di più (l'intervento della Marina e dei Marò per combattere la pirateria oppure l'intervento dei servizi in situazioni in cui svolgevano un ruolo potenze addirittura nostre alleate) si è poi visto cosa siamo riusciti a combinare.

domenica 3 marzo 2013

PROFUGHI: PREPARARSI ALL'EMERGENZA

Noi non siamo tra coloro che si scandalizzano quando al bar o al mercato o in TV (spesso in maniera ancora più rozza di quello che accade in mezzo alla strada) riferendosi a problemi come quello dei profughi si dicono cose del tipo: ma che ce ne importa di dove dormono o se mangiano, pensiamo prima agli italiani o ai lombardi o ai milanesi, ecc.ecc.
Come sindacato noi non veniamo né dalle biblioteche universitari né dai salotti, ma dal mondo del lavoro manuale e dagli uffici, dai posti dove si manifestano il disagio e la sofferenza di un numero sempre maggiore di italiani. E' parimenti insopportabile la sofferenza dell'italiano che perde il posto di lavoro perchè in base al CCNL il suo costo del lavoro sarebbe eccessivo accanto a quella dell'extracomunitario che agguanta quel posto di lavoro ma viene sfruttato, sottopagato e lasciato in nero, con orari e condizioni di lavoro impossibili e anche a rischio della sua vita e della sua salute. Così come è uguale la sofferenza di bambini italiani che hanno in casa il papà o la mamma disoccupati e il nonno che finisce la pensione per aiutarli, andando a raccattare all'ora di pranzo gli avanzi al supermercato o quella dei bambini stranieri che il genitore l'hanno perso nel viaggio in gommone o che sono costretti a dormire nelle baracche o sotto i ponti, al freddo, in condizioni igieniche vergognose e a mangiare quando si può, senza andare a scuola.
Ma siamo su una specie di Titanic che affonda quindi non dobbiamo stupirci che anche italiani possano dire ogni tanto qualche sciocchezza, anche involontariamente, di stampo egoistico o razzista, poiché il momento è serio, la gente teme per il futuro suo e della propria famiglia e tutti stiamo cercando il nostro posto sulla scialuppa.
La vera responsabilità, di questo e di altro, è di chi sta in alto, dei politici e dei potenti. Il governo Monti, ad esempio, non ha affrontato la questione dei profughi entro fine febbraio. E' facile immaginare perchè. Tuttavia questo colpevole atto di irresponsabilità rischia di creare ulteriori problemi alla convivenza civile delle nostre città. Sappiamo che i profughi tuttora in Italia e quelli che arriveranno sono tutt'altro che finti. Vorremmo vedere come scapperebbero a gambe levate dall'Italia i nostri connazionali che fossero vittime di droni che sbagliano, uccidendo bambini, di governi che usano armi chimiche contro villaggi del proprio paese, di milizie che praticassero vendette ed esecuzioni di massa, per esempio tramite lo sgozzamento di famiglie, nel cuore della notte. Rispetto pertanto per questi esseri umani e speriamo che cose del genere, in futuro, non capitino a noi.
Il dovere di accoglienza quindi è sacrosanto. E dovrebbe al più presto essere organizzato affinchè sia efficiente, rapido e con costi ragionevoli. Cercando di non rendere ancora più critico l'impatto sui territori, specie quelli a già alta densità di popolazione, come quello delle nostre metropoli. Perchè è ovvio che il flusso si dirigerà verso le grandi città. E' stato inqualificabile lasciare a sé stesse, da parte del governo, persone che negli ultimi due anni hanno avuto assistenza garantita e si sono trovate senza lavoro e posto per dormire da un giorno all'altro.
Apprezziamo infine l'operato di quei Comuni e quelle organizzazioni di volontariato che pur in presenza dei consistenti tagli ai finanziamenti che già conosciamo, si stanno adoperando affinchè l'Italia dia una ennesima prova di civiltà. E auspichiamo che dall'attuale diatriba politica relativa alla formazione del nuovo governo post elettorale vengano inserite, tra le 7-8 cose da fare subito, una generalizzata sanatoria degli extracomunitari che attualmente sono clandestini in Italia pur lavorando onestamente anche se in nero.